L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, premia oggi le aziende che hanno inserito professionalmente quasi 9.300 rifugiati nel 2022. Si chiude quindi così, con un bilancio sempre più positivo e incoraggiante, la quinta edizione di “Welcome. Working for Refugee Integration”, il programma di UNHCR attraverso il quale, dal 2017 a oggi, sono stati attivati 22 mila percorsi professionali per rifugiati in oltre 520 aziende attive in Italia.
Nato sette anni fa come un premio da assegnare alle imprese che assumono rifugiati, Welcome rappresenta oggi un modello vincente che mette insieme una pluralità di attori - dalle imprese, alle associazioni di categoria agli Enti Pubblici - e che riesce da un lato a soddisfare parte delle necessità di recruiting delle aziende attraverso la selezione di profili adatti alle loro esigenze e dall’altro favorisce la piena integrazione nel nostro Paese dei beneficiari di protezione internazionale, offrendo una risposta concreta al loro bisogno di occupazione e formazione.
I numeri di Welcome raccontano la sua crescita costante e il suo impatto positivo. Dallo scorso anno a oggi, sale infatti da 107 a 167 il totale delle imprese premiate e si allarga la loro presenza sul territorio italiano (17 regioni nel 2022 vs 13 nel 2021), mentre aumenta il numero delle grandi aziende coinvolte (58 vs 35 nella scorsa edizione). Passando agli occupati, oltre a una crescita in valore assoluto (9.300 vs 6.000), va rilevato un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che salgono dal 10% al 18%.
Per quanto riguarda la tipologia di inquadramento professionale, il 34% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3% al 4% i contratti a tempo indeterminato. Dal punto di vista anagrafico, il 76% delle persone ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Nigeria e Pakistan si confermano i Paesi di provenienza prevalenti, mentre sono circa 400 i rifugiati ucraini inseriti.
MAN Truck & Bus Italia è tra le aziende premiate per il progetto “Giovani Meccanici MAN” che ha da poco rilanciato con la seconda edizione. Nel frattempo, dei 12 ragazzi selezionati e avviati con la prima edizione l’estate dello scorso anno, sono ben cinque quelli che hanno completato con successo il percorso formativo e che all’inizio di quest’anno sono stati inquadrati all’interno delle officine MAN con un contratto di apprendistato. Un sesto, fuori quota per l’età, ha trovato comunque un impiego presso un’altra officina MAN, mentre gli abbandoni lungo il percorso formativo sono da addebitare a varie cause, dal trasferimento in un’altra nazione di tutta la famiglia d’origine alle difficoltà con la lingua e quindi con l’apprendimento,
fino alla verifica che quello non era il lavoro a cui aspiravano.
“Un riconoscimento quello dell’UNHCR che premia un’esperienza umanamente e professionalmente davvero straordinaria - spiega Marco Petrarca, Service Quality and Training Manager di MAN Truck and Bus Italia nonché responsabile con il suo Team del progetto -. Un momento di coinvolgimento e crescita non solo per i ragazzi, ma per tutta la nostra rete assistenziale e per i formatori della MAN Academy. Proprio questi ultimi si sono trovati a confrontarsi con situazioni inedite: infatti di solito i corsi sono pensati per personale già con un’ottima base di competenze, invece in questo caso i ragazzi erano completamente digiuni di conoscenze tecniche o, quasi peggio, ne avevano su tecnologie per noi obsolete. In pratica, si doveva partire dall’illustrare le nozioni di base di una catena cinematica moderna. È questa una delle criticità più significative con cui ci siamo confrontati, insieme ai più comprensibili problemi creati dalla scarsa conoscenza della lingua italiana”.
Lo scorso mese di aprile ha preso il via la seconda edizione del progetto che, proprio con l’esperienza e le criticità evidenziate nella prima edizione, è stato sviluppato con significative novità. In primis la decisione di creare tre indirizzi professionali distinti, quindi non solo meccanici, ma anche magazzinieri e accettatori, e poi di aprire la selezione anche alle ragazze. Ma ci sono tanti
altri cambiamenti, a cominciare dalla durata che è stata raddoppiata portandola da sei mesi a un anno, con una verifica intermedia per individuare le vocazioni attitudinali e quindi indirizzare il proseguimento dello stage verso una delle tre specializzazioni. Ma già dopo i primi tre mesi scatterà un aumento del contributo economico perché, è importante ricordarlo, per tutta
la durata dello stage l’allievo riceve una regolare retribuzione. Importanti innovazioni sono state introdotte anche nei percorsi formativi affiancando fin da subito alla preparazione tecnica corsi di lingua e altri momenti aggregativi.
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